La storia

ARCHIVUM HISTORICUM

Mothycense

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Villa De Leva (poi Tasca; in contrada Scorrione)

Datata 1854 e progettata – sembra – da un fuoruscito da Malta, costituisce un grande edificio che si configura piuttosto come un palazzo urbano patrizio. Tipologicamente, peraltro, non è simile alle altre numerose ville che si sviluppano sull’altopiano lungo la via Modica-mare (Pozzallo). Né, come le altre disposte su quest’arteria, apre il proprio ingresso alla casa verso sud, bensì a nord.

Alquanto rialzato sul livello del viale che lo circonda, il Palazzo si sviluppa in due lunghi e paralleli corpi laterali, collegati a metà da un’ala trasversale e, distanziata da questa da un non ampio cortile interno, da una seconda posteriore nella quale si apre l’ingresso.

L’edificio si eleva su due piani (più una cospicua superfetazione-mansarda sulle due ali laterali), con una serie di finestre nel piano terreno – dal quale pertanto non si può accedere con immediatezza all’ambiente esterno circostante, conferendo al grande corpo edilizio l’aspetto di un complesso serrato – e di balconi nel secondo. Nei timpani triangolari, pieni e aggettanti, sono scolpite, come mensole laterali, singolari forme leonine.

A nord, l’ingresso, solennemente alto ed ampio, presenta due colonne laterali. Superato, si aprono a destra e a sinistra due scaloni coperti e a rampe, all’inizio dei quali sono disposte colonne annodate. Ma dall’androne si passa pure al predetto cortile interno, sul quale, come su un ampio e rettangolare pozzo di luce, si affacciano finestre e balconi dei due piani.

La villa ospitò patrioti e fuorusciti maltesi, e fu, come tutte le case della Famiglia De Leva, luogo di cospirazioni nell’età risorgimentale.

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