Il Villaggio, il Magnificat e la Vocazione

L’Anima mia magnifica il Signore ed il mio Spirito esulta in Dio mio Salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua Serva, “…cerco, cioè, nel cuore le parole più belle per dare grandezza al mio Dio che ha guardato me che sono niente, che ha fatto della mia vita un luogo di prodigi e dei miei giorni un tempo di stupore.” (Ermes Ronchi)

IL MAGNIFICAT è l’inno di gioia di una “donna feriale”, cercata da Dio proprio nella sua umanità, nella sua povertà, nel suo essere serva per incarnarsi e realizzare il Suo progetto, il Suo sogno di una umanità rinnovata, feconda di Parola.  Il Signore sceglie proprio Lei, una ragazza come tante di un villaggio anonimo della Galilea, terra di frontiera, perché tutti possano riconoscersi in lei, perché nessuno ha meno di lei.

IL MAGNIFICAT è per questo, anche il grido di gioia dei poveri, degli ultimi, perché il Signore sceglie di venire al mondo dal basso, da fuori le mura, affinché nessuno si senta escluso dal Suo abbraccio.

Il canto del MAGNIFICAT è l’icona della realtà vocazionale del Villaggio, è  preghiera maestra che ci educa alla fede di Maria credente gioiosa e che contiene  in sé la profezia della nostra vocazione, vissuta alla luce dei cinque punti della nostra carta di fondazione: povertà, obbedienza, fraternità, preghiera, condivisione diretta e nell’impegno per la rimozione delle cause che generano l’ingiustizia e l’emarginazione.

1) POVERTA’ : “…perché ha guardato l’umiltà della sua Serva…”. Il MAGNIFICAT è  l’inno di esultanza di Maria, madre dei poveri, piena di grazia, piena, cioè, dell’esperienza di Dio tanto da non anteporre nulla alla volontà del Padre, tanto da non avere bisogno di altro.

 “ Come  Gesù i membri della comunità vivono il proprio carisma cercando in tutta la propria vita di compiere la volontà di Dio, non facendo nulla da se stessi, ma cercando ciò che a Lui è gradito, non mettendo nulla di proprio al posto della volontà di Dio” (Carta di Fondazione N. 1)

2) OBBEDIENZA :  “…tutte le generazioni mi chiameranno Beata…”. Maria è Beata non perché è la prescelta, ma perché ha creduto nell’adempimento della Parola prima del suo realizzarsi; il terreno fertile della sua verginità è la sua libertà da condizionamenti, da abitudini, da cose prestabilite che la rendono capace di riconoscere ed accogliere la novità di Dio nella sua vita, di fidarsi del suo Signore che chiama prima ancora del perché chiama . “ I membri della comunità vivono l’obbedienza come dono creativo di vita per sé, per la Chiesa, per la Comunità, e come dono che li libera dalla sterile solitudine e da ripiegamento su di sé “ ( Direttorio N. 23 )

3) FRATERNITA’: “…a che devo che la Madre del mio Signore venga a me…”. Il canto del MAGNIFICAT è l’inno di gioia e di esultanza di chi, come Maria ed Elisabetta, fa esperienza che nulla è impossibile a Dio e cerca i fratelli per condividerla e averne conferma. “ La fraternità è un movimento dell’animo che scaturisce dall’amore di Dio diffuso nei nostri cuori”  ( Carta di Fondazione N. 5 )

4)  PREGHIERA:  “…grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente  e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono…”. Il MAGNIFICAT è il canto di gioia ed esultanza di chi come Maria fa della sua vita una preghiera continua, di chi sta sempre alla presenza del Signore, di chi sente la responsabilità di essere “grembo pulsante di vita di Dio”. “ I membri della Comunità cercano di fare dell’unione con Dio una dimensione di vita per fare posto al Signore dentro di sé.. (Carta di Fondazione N. 3) 

5)  CONDIVISIONE DIRETTA : “…ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi, ha soccorso Israele suo servo…”. Il MAGNIFICAT è il canto di gioia ed esultanza di una donna che riconosce l’iniziativa di Dio nella storia (…ha guardato, ha fatto, ha spiegato, ha disperso, ha rovescitato, ha innalzato, ha ricolmato, ha rimandato, ha soccorso, si è ricordato,…), che con il suo “Si” gli permette di farsi uomo e di condividere la vita e le sofferenze di tutti gli uomini, soprattutto dei suoi prediletti, i più poveri, e fare la Sua storia mettendoli al primo posto a segnare il passo di un popolo in cammino.“ La condivisione diretta segna i primordi di una nuova umanità, in cui il passo nella storia è segnato dai poveri” (Direttorio N. 20 )

RIMOZIONE DELLE CAUSE : “…ha spiegato la potenza del suo braccio /ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, /ha rovesciato i potenti dai loro troni, / ha innalzato gli umili…”. Il MAGNIFICAT è il canto rivoluzionario di chi “imprigiona i progetti dei forti”, lascia a se stessi i ricchi, innalza gli umili, e rimuove così le cause che generano ingiustizie, realizzando la società del gratuito e demolendo quella del profitto. ”Questo è uno degli aspetti più caratteristici della nostra vocazione . Non possiamo limitarci a soccorrere le vittime di questa società : dobbiamo spingerci oltre, fino ad impedire alla società di continuare a fare vittime.”  (Direttorio N. 25 )

“…ricordandosi della sua misericordia / come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo / e alla sua discendenza per sempre…” . La misericordia sarà il nostro modo di vivere il MAGNIFICAT (Ermes Ronchi). “Essa è l’espressione più alta dell’Amore, nasce da una passione così tenace per Dio e quindi per i fratelli che ci porta a commuoverci sulla loro miseria – come dice la parola “miserum cor” – che piange. E’ tutta la persona che vibra, che non ha pace fino a quando quel fratello non è salvato, gratuitamente salvato. Mai potremo penetrare nell’infinito della misericordia di Dio nella misura che siamo pieni di noi stessi “ ( don Oreste P.Q. 13 marzo 2012)

Maria è madre di misericordia perché dà misericordia a Dio, perché lo riceve nel suo grembo e lo accoglie fra le sue braccia. Se anche noi accogliamo Dio presente nei poveri, forse poi saremo più misericordiosi gli uni con gli altri.

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